martedì 27 novembre 2012

Iglesia Santo Domingo

Chiesa

I monaci domenicani furono una tra le piu numerose ed importanti "colonie" religiose della capitale. Arrivati a Quito nel 1543, iniziarono la costruzione della Chiesa a loro dedicata nel 1580 grazie ai progetti e la determinazione di Francisco Becerra. L'opera venne conclusa la prima metà del XVII sec. La struttura esterna è semplice e senza particolari pretese, il bianco incornicia completamente il portale in pietra scura. 
All'interno si trovano strutture piu elaborate come l'altare maggiore in stile neogotico, donato e costruito da domenicani italiani alla fine del XIX sec. Il tetto della Chiesa è in stile "mudéjar", con pitture di martiri dell'Ordine di San Domenico, e componendosi sopra le navate di arte ed intrecci di stoffe. 
Un vero e proprio gioiello barocco del XVII secolo è la Cappella di Nostra Signora del Rosario, uno dei piu vivi e capaci esempi di architettura neobarocca a Quito. La cappella venne costruita in seguito al lato della Chiesa originale, dando al turista l'impressione di visitare due strutture completamente diverse. 


Museo

Questa Chiesa è una delle poche ad avere al suo interno un vero e proprio museo, situato al lato nord del chiostro basso, dove si trovano splendidi esemplari li sculture della scuola Quiteña come: il San Domenico di Guzmán di Padre Carlos, il San Juan de Dios de Caspicara, ed il San Tommaso d'Aquino di Legarda. 

martedì 4 settembre 2012

El Sagrario


Nei tempi dei colonizzatori la chiesa del Sagrario costitui uno dei maggiori baluardi architettonici di Quito. Tale edificio è localizzato tra la Garcia Moreno, e la cattedrale. La costruzione, in stile rinascimentale italiano, edificata alla fine del XVII secolo, conta con un paravento esteriore di decorazioni e rifiniture splendide. 
La facciata venne finita nel 1706, la costruzione nel 1715 e le decorazioni interne sono state terminate tra il 1731 ed il 1747.

La struttura venne costruita da Bernardo Legarda. La chiesa viene sormontata da una splendida cupola decorata con affreschi di scene bibliche, protagonizzate da arcangeli, ad opera di Francisco Albán. L'altare maggiore venne decorato con dorature dallo stesso Legarda. 

sabato 1 settembre 2012

Iglesia San Francisco

La Chiesa di San Francisco è un monumentale edificio al centro storico della città di Quito, di fronte alla piazza che porta lo stesso nome. L'imponente edifico ha il privilegio di essere il congiunto architettonico piu grande del centro storico di tutto il Sud America, conosciuto come "el Escorial del Nuevo Mundo". 
San Francisco è anche un vero capolavoro di architettura continentale, essendo il giusto accostamento tra diversi stili combinati armoniosamente durante piu di 150 anni di costruzione. 


Costruzione

La costruzione della chiesa e del convento di San Francisco è iniziata all'incirca nel 1550, 16 anni dopo la fondazione della città di Quito da parte dei conquistatori spagnoli, e termino nel 1680, anche se l'inaugurazione ufficiale fu del 1705.
Con l'appoggio della congregazione francescana due preti riuscirono a comprare i terreni nella parte destra della piazza principale della nuova città, esattamente dove un tempo sorgeva il palazzo di Atahualpa, ultimo imperatore Inca. 
Non si conosce con certezza chi abbia progettato la costruzione del complesso ma le ipotesi piu accreditate rimandano ad architetti spagnoli che sfruttarono le teorie topografiche di Ricke e Gosseal. 
Per tradizione ci si riferisce a frate Antonio Rodriguez, nato a Quito, autore di gran parte del convento e del famoso tempio di Santa Clara. 


Stile

Come ovvio, il progetto originale venne modifica più volte nel corso dei 150 anni di costruzione. Molte volte questi cambiamenti furono drastici, causati da terremoti, cultura e rivoluzioni. 
La facciata della chiesa riflette la presenza di elementi manieristici, facendolo diventare punto di riferimento per molte altre chiese del continente. La rigidità del rinascimento ed il manierismo contrastano con le decorazioni interne, nelle quali si mescolano barocco e "mudejar", decorato completamente con pane d'oro per far risplendere la chiesa. 
Nelle sue tre navate, San Francisco rivela decorazioni moresche, colonne decorate in stili diversi. Nel coro, la decorazione medejar, in stile arabo, originale della fine del secolo XVI, si è conservata integra, nonostante il crollo della navata centrale con il terremoto del 1770, con cui si dovette ricostruirla in stile barocco.
Il complesso si presenta con il convento, nel quale si distacca la bellezza architettonica del chiostro principale, disposto intorno all'immenso patio, in due gallerie parallele. 
L'altare maggiore di San Francesco, dominato da uno stile barocco e ricoperto con foglie d'oro, si distacca per le due sculture della Vergine di Quito di Legarda e del Gesu del gran potere del Padre Carlos, entrambi famosi autori della scuola Quitegna. 
Le due navate laterali sono piene di sculture di santi, collocati in velatori ricoperti di foglie d'oro. 
San Francisco è una famosa pinacoteca della città, dove vengono esposte dozzine di pitture famose, sia del posto che europee. 


Curiosità

Una delle piu antiche leggende popolari di Quito, racconta la storia di un indigeno, di nome Cantuña. Egli era l'addetto alla lavorazione artistica della porta della Chiesa di San Francisco e si ritrovo ad un giorno dalla scadenza del termine per la consegna che ancora non aveva portato a termine l'imponente entrata. Si narra che la notte il diavolo andò da lui e gli offri di terminare la porta in cambio della sua anima. Cantuña accetto, ed immediatamente mille diavoletti si affannarono per terminale la splendida porta. 

Un attimo prima che fosse finita, approfittando della confusione, il sagace autore, tolse una pietra dalla porta e la frantumo, facendola scomparire. In questo modo il patto col diavolo venne annullato e lui si salvò. 

lunedì 20 agosto 2012

Ritorno Indietro

Eccomi di ritorno!! Ho lasciato per troppo tempo il blog a se stesso causa ritorno in Italia, ma non preoccupatevi, continuerò a cercare e fornire informazioni utili a tutti coloro che vorranno passare del tempo nella magnifica città di Quito e nel suo paese multicolore l'Ecuador. 

mercoledì 27 giugno 2012

Iglesia la Compañia

La Compañía de Jesús, conosciuta anche come La Compañía è una chiesa cattolica di stile barocco situata nel centro storico della città di Quito. E' una delle opere in stile barocco più significative dell'architettura Sud Americana. 
Durante la sua storia è stata sede dell'ordine gesuita nel paese e del collegio nato dallo stesso ordine. Molti dei testi che narravano la storia della costruzione di questa imponente chiesa sono andati distrutti e bruciati con l'espulsione dell'ordine dall'Ecuador. 

Storia

La costruzione della chiesa con il patrocinio della Compagnia di Gesù è iniziata nel 1605 sotto l'egida del sacerdote Nicolas Duran Mastrilli, e si concluse nel 1765, per un totale di 160 anni. 
Gran parte dello schema riprodotto per la Chiesa è derivato dalla tradizione di Bogotà, specialmente nel suo interno, nelle decorazioni, nei rosoni, negli archi e nelle navate. 
Nel 1613 giunse nella città di Quito il brillante architetto Marco Guerra, che prima di unirsi all'ordine era stato autore riconosciuto di alcune opere nel Regno di Napoli. Fu lui a correggere lo stile e dare l'impronta definitiva alla Compañia. 
Alla sua morte nel 1668, la chiesa e gli edifici contigui, compresi i tre chiostri, erano conclusi nelle loro parti fondamentali. 

Architettura

La facciata è stata iniziata nel 1722 e finita solo nel 1765, alla vispera dell'espulsione dei Loyola dai domini del Re di Spagna. Questa parte dell'opera è una delle meraviglie del barocco e del plateresco spagnolo. Accompagnano la porta principale sei colonne salomoniche fastose, che come le colonne laterali hanno uno stile romano corinzio. I pannelli sui quali riposano hanno decorazioni rinascentiste, al contrario sopra l'architrave corre un fregio decorato con soli e fiori. Al di sopra dello stesso le decorazioni di fogliame danno l'idea di una leggerezza e di una delicatezza infinita a tutta la struttura frontale. 
Al di sopra della porta, si forma un arco che alberga la Vergine Immacolata, circondata da angeli e cherubini. 
Un secondo blocco, di fino ornamento plateresco, è formato da due blocchi, con prezione colonne, al cui centro si trova una imponente finestra coronata dalla iscrizione votiva di Loyola. 

Entrando si rimane colpiti davanti alla stupenda sintesi di fasto e armonia, di ricchezza barocca ed equilibrio, tutta completamente ricoperta di oro. Non c'è posto tra le navate, le cappelle, gli archi, le colonne, le tribune, il coro, che non sia ricoperto di oro. 
Nella zona dell'altare, opera di Legarda, si ha come motivo principale della composizione delle colonne salomoniche della facciata e le cornici che si raggruppano al centro, in forma di arco che culmina in forma di corona circondata dagli angeli. Le quattro nicchie albergano le diverse figure dei fondatori dei grandi ordini, San Francisco e San Ignacio de Loyola con l'inconfondibile stilo di Legarda.
Altra opera particolare sono le tribune, intagliate a mano, opere maestre dell'arte del legno. 
Le diverse colonne della navata centrale sono adornate da ogni lato, con una delle più importanti serie di pitture coloniali quiteñe. Tali opere raffigurano i profeti, probabilmente pitturati da Goríbar. Alla nobile caratterizzazione di ogni personaggio, alle caratteristiche accuratamente trattate, si uniscono i colori dei paesaggi e di tutta la scena. 

martedì 26 giugno 2012

Catedral Metropolitana

La Cattedrale è ubicata nella strada Espejo, al lato sud della Piazza dell'Indipendenza o Plaza Grande, viene considerata una delle più vecchie Cattedrali di tutto il Sud America. 
La Catedral Metropolitana grazie alla sua ubicazione nel cuore della città storica e la sua condizione di tempio maggiore della urbe, è uno dei simboli religiosi di maggior valore spirituale per la comunità cattolica della città di Quito. La sua costruzione ha avuto inizio nel 1562, diciassette anni dopo la creazione dell'arcivescovato di Quito, nel 1545. La culminazione dell'edificio fu nel 1806, ad opera del Presidente della reale Audienza, il Barone Héctor de Carondelet. 
Con un disegno atipico per la città spagnola, la cattedrale ha due ingressi: una dalla parte della Plaza Grande, l'altra è ad ovest dalla parte della strada Garcia Moreno. Questo è dovuto alla geografia di Quito quando la costruzione cominciò. I lavori della piazza impedirono alla facciata principale di continuare il suo consueto utilizzo. L'interno, è opera della Scuola di Quito, l'altare principale è disegnato in stile Barocco, l'esteriore è spagnolo ortodosso.
La Cattedrale entusiasma a causa dei suoi muri bianchi, la sua cupola color verde vitreo dovuto alla ceramica, l'arco di Carondelet e la scala di circolare che collega la Cattedrale con la Piazza. 
La Cattedrale è formata da tre diverse navate. la navata destra si apre in fuori sopra le cappelle incoronate da cupole con lucernari.
I tetti delle navate sono sostenuti da archi puntuti che a turno sono sostenuti da pilastri di base quadrata. Un imponente soffitto ricoperto di legno riposa su numerosi fregi dorati ed un numero di bellissimi dipinti che pendono fra gli archi di sostegno.

In questa storica Chiesa si trovano sepolti i resti di alcuni famosi personaggi storici dell'Ecuador; come il Mariscal Antonio Jose de Sucre, vari ex Presidenti della Repubblica, ed i diversi Vescovi della città. 

Curiosità

Uno degli eventi storici più curiosi della Cattedrale fu la morte del Vescovo di Quito, José Ignacio Checa y Barba, il quale venne avvelenato durante la messa del Venerdì Santo, il 30 Marzo 1877, con stricnina sciolta nel vino consacrato. 

venerdì 25 maggio 2012

Chiese

Nel centro storico di Quito vi sono una moltitudine di edifici e sopratutto chiese dichiarate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO sin dal 18 settembre 1978. In questo post troverete l'elenco con i link di riferimento alle principali chiese e cattedrali della città.

Basilica del Voto Nacional


La Basilica del Voto Nacional è una Basilica in stile Romanico ubicata nel centro storico di Quito. Dai locali è anche chiamata Cattedrale della Consacrazione di Gesù o Basilica di San Juan. Per le sue dimensioni e stile viene considerata la chiesa neogotica più grande d'America Latina. L'impatto visivo nel quartiere di Santa Prisca, tra le strade Carchi e Venezuela al lato del Convento de "los padres Oblatos". 


Historia


La Basilica del Voto Nacional è nata da una idea proposta dal Padre Julio Matovelle, deputato Repubblicano nel 1883, di costruire un monumento a perpetuo ricordo della consacrazione dell'Ecuador al Cuore di Gesù. Il progetto venne contrattato in Francia, all'architetto Emilio Tarlier, che aveva già esperienza in costruzioni simili in Spagna, Francia e Inghilterra. Il progetto venne liberamente ispirato dalla cattedrale di Notre Dame, e venne progettata tra il 1890 ed il 1896. 
La posizione originale dell'opera doveva essere nel settore El Belen, al nord del Parco La Alameda, ma gli studi preliminari sui terreni che si sarebbero dovuti comprare per la costruzione determinarono che essi non erano sufficientemente solidi e che i costi sarebbero quindi stati troppo alti. Si decise, quindi, di spostare l'ubicazione ad un terreno della famiglia Hurtado, ai piedi della collina San Juan, il cui terreno era solido a sufficienza da sopportare il peso dell'edificio. 

Il Presidente Luis Cordero Crespo firmò il decreto dei lavori nel 1883, in accordo al budget annuale, ratificato dalla presidenza del Dr. Josè Maria Placido Caamaño nel 1884. La spesa designata dal congresso era di un totale di 12.000 pesos annuali. Dal 1885 iniziò il processo canonico per dichiarare opera religiosa la stessa costruzione della Basilica sotto il favore di Papa Leo XIII. Per la costruzione, dopo i primi 5 anni di contributi Papali e Statali la chiesa venne terminata grazie ai fedeli, molti dei quali donarono pietre e mattoni in cambio della possibilità di vedervi incisi i propri nomi, ad eterno ricordo verso i posteri della loro fede. Nel 1895 venne istituita una tassa sul sale in favore della costruzione. 
Nel 1901 il Padre Matovelle con la sua "Comunidad de Misioneros Oblatos" si fece carico della costruzione sotto richiesta dell'Arcivescovo Pedro Rafael Gonzales Calisto.

La prima pietra venne posta il 10 Luglio 1892 e fino al 1909 si costruì la Cappella del Cuore di Maria. La costruzione viene considerata "tecnicamente" non finita, mancando ancora dettagli esterni e rifiniture interne; ma viene considerata finita nel 1924 quando iniziò ad ospitare le prime messe nella navata centrale ed a suonare i rintocchi delle sue campane nelle torri. La Basilica venne benedetta da Papa Giovanni Paolo II il 30 Gennaio 1985 e quindi ufficialmente inaugurata e consacrata il 12 Luglio 1988. 

Curiosità

Leggende locali raccontano che la fine completa dell'opera originale di Tarlier annuncerà l'avvicinarsi della fine del mondo. 

Architettura


La Basilica del Voto Nacional è l'opera più importante nel Neogotico Ecuadorian, proprio a causa del suo stile e formazione viene spesso paragonata alla Cattedrale di San Patrick (New York) e la Cattedrale di Notre Dame (Parigi). 
La navata centrale ha 140 metri di lunghezza e 35 metri di larghezza e 30 di altezza; raggiunge addirittura 74 metri di altezza nella crociera. Lungo la Navata si trovano 14 immagini di bronzo che rappresentano 11 apostoli e 3 evangelisti. Le cappelle votive, in totale 24, hanno 15 metri di altezza. Le due torri frontali sono alte 115 metri, dettaglio che converte la basilica nella struttura classica più alta di Quito. 
Un dettaglio che rompe con lo stile gotico puro è la posizione dell'altare esattamente al centro della crociera. 
Esistono sette porte in totale, tre sul fronte e quattro laterali. Una cripta pubblica sotterranea, con una particolare cappella che presenta caratteristiche ripetute a quelle dello stesso edificio. 
Ultima caratteristica è la presenza di un elegante e austero panteon dove riposano alcuni importanti capi di Stato. 

Facciata

Nella facciata si possono apprezzare le sculture della Vergine Maria e del Papa Giovanni Paolo II. Le porte decorate, il Rosone che illumina l'altare e dal quale si può vedere il Panecillo sono una particolarità architettonica non indifferente. Nella facciata occidentale esistono 24 cerchi, vuoti attualmente che però serviranno per contenere gli scudi di tutte le nazioni americane. Ugualmente è stato designato un luogo per contenere le bandiere dei diversi paesi, rimarcando il motivo pan-americanista attuale del paese.

Torri

Ergendosi allo stile gotico, la facciata include torri imponenti, che nel piano originale dovevano raggiungere i 105 metri di altezza, ma i tecnici che studiarono la loro costruzione si resero conto che erano troppo soggette a disturbi tellurici ed ambientali, diminuendo la loro altezza a 78,23 metri. 
Nella parte media delle torri si trova uno spazio concepito per contenere un piccolo museo ed una caffetteria con vista ai quali si accede tramite due ascensori fino al terzo livello e poi le tipiche scale a chiocciola.

La torre più alta è conosciuta come “La Torre de los Cóndores”, si trova a 115 metri di altezza e che al posto della gorgolle, presenta unicamente condor, dato che essi necessitano di questa altezza minima per poter spiccare il volo. Questo è un dettaglio in omaggio al paese di cui il condor è uccello nazionale, trovandosi anche nello scudo nazionale. 

Curiosità

Le opere che verranno esposte sono attualmente più di 4000, contenute nel convento e nella Basilica, non ancora inventariate.

Vetrate


Le vetrate della Basilica hanno la particolarità di vedere disegnato sullo sfondo esclusivamente rappresentazioni della flora endemica dell'Ecuador, avendo il nome di ogni pianta raffigurata alla base. I rivetti sono decorati con i disegni delle fasce indigene del paese e descrivono scene della vita di Gesù. 



Rosoni



Un altro apporto allo stile naturalistico menzionato viene dimostrato nei rosoni, originariamente disegnati a base di figure geonetricas attualmente rapresentano lirios e orchidee, entrambe fiori simbolo rispettivamente della città Quito e dell'Ecuador.

Curiosità


Al centro del Rosone che si trova sopra il coro occidentale si può ammirare l'occhio di Horus, uno dei simboli della mitologia egiziana.

Statue


Anche se non ancora al loro posto si calcola che il loro valore complessivo superi i 2 milioni di dollari. Nei piani originali si utilizzano figure di santi e personaggi importanti nella vita politica, sociale, militare e religiosa del paese.

Nicchie


Le nicchie che tradizionalmente si utilizzano per venerare statue o immagini religiose sono stati decorati con personaggi della vita politica e sociale ecuadoriana. Tali immagini comprendono personaggi dell'epoca della conquista spagnola, compresa una allegoria di Atahualpa, simbolo delle etnie originali del posto. 


Figure antropomorfe

La Basílica del Voto Nacional presenta due tipi di figure antropomorfe: 

Gargolle e Acroterie.

 Gargolle


Sono uno dei principali segni distintivi della Basilica, che mantiene un arelazione diretta con l'epoca nella quale venne progettata la chiesa. Si trovano ai lati superiori della navata centrale. 
Questo apporto è particolare soprattutto se si pensa che le Gargolle classiche sono animali mitologici che decorano i templi europei, mentre all'interno della Basilica rappresentano la fauna tipica ecuatoriana, come caimani, tartarughe, armadilli, scimmie, puma, colibrì, cormorani. La funzione effettiva oltre alla decorativa è quella di servire come discendenti di acqua. 


Acroterie

Le acroterie hanno una funzione puramente decorativa.

venerdì 18 maggio 2012

Fiestas de Quito

Le feste di Quito sono una delle feste cittadine e popolari più importanti a livello nazionale. Si caratterizzano per la presenza delle bande popolari, manifestazioni popolari e sfilate. 
Le celebrazioni iniziano dalla fine del mese di Novembre per culminare il 6 di Dicembre, giorno della fondazione spagnola della città. Durante questa epoca si celebra la Feria de Quito "Jesus del Gran Poder", che culmina con una feria taurina nella "plaza de toros" al nord di Quito, preceduta da concerti con musica nazionale ed internazionale, balli popolari, sfilate culturali e ferie gastronomiche.

           Altra attrazione particolare sono le "chivas" (veicoli rappresentativi della cultura della costa, privi di finestre e porte) utilizzate per city-tours, trasportando la gente con canti e musiche ben annaffiati da un goccio di alcolici. 

Attuale Regina di Quito 2012
Parte importante delle feste è l'elezione della "Reina de Quito", (la regina di bellezza rappresentante della città), la cui elezione da inizio ufficiale alle festività. 

giovedì 17 maggio 2012

El Panecillo

Molti di coloro che sono stati a Quito o che vi vogliono viaggiare hanno sentito parlare spesso del Panecillo. 

Il Panecillo è una elevazione naturale di 3000 metri sopra il livello del mare, posta nel cuore di Quito. Per la sua posizione si è convertito in uno dei più importanti e più famosi punti panoramici della capitale ecuadoriana, permette di ammirare il centro storico e gli etremi nord e sud del distretto metropolitano. 
La "gobba" naturale è adornata da una gigantesca scultura della "Virgen de Quito", chiamata anche "La madonna del Panecillo", creata dallo spagnolo Agustin de la Herràn Matorras, basandosi sull'opera di Bernardo de Legarda, uno dei più importanti esponenti della scuola Quiteña.


Historia


La collina del Panecillo ha una storia ancestrale che si può dividere in tre grandi momenti storici: 
  • L'epoca quitu-inca
  • L'epoca colonial
  • Epoca moderna.

Epoca aborigena e coloniale


Quando gli spagnoli giunsero a Quito non trovarono segni evidenti di quella che era stata la seconda capitale dei Tahuantinsuyo, però poterono notare come la collina nota con il nome indigeno Shungoloma era un perfetto punto strategico - militare nella valle del Pichincha, per cui vi scelsero la base per la nuova città di Quito. Furono gli spagnoli a ribattezzare la collina "Panecillo" a causa della sua vaga somiglianza con un piccolo pane. 
Secondo alcune leggende indigene sulla cima di questa elevazione naturale giaceva un tempio dedicato al sole, ma dati archeologici non hanno dato alcun fondamento alla leggenda. 


El fortín del Panecillo


Gli spagnoli costruirono una fortificazione sede della guarnizione militare locale. Tale forte era provvisto di cannoni che potevano vigilare e sparare a 360 gradi intorno alla città, al cadere in mano dell'esercito liberatore della Gran Colombia, nel 1822, vennero rubati agli spagnoli ben 14 pezzi di artiglieria.

Durante la guerra di Independenza del 1812, il Panecillo fu scenario di un feroce combattimento tra le forze realiste di Toribio Montes y Sámano, ed i patrioti comandati da Carlos de Montúfar, asserragliati nel fortino del Panecillo. Infatti sin dal 1809, Quito aveva espulso la Real Audiencia Española, che si era istallata a Cuenca. 
La battaglia durò tre ore e morirono 46 patrioti e 15 realisti, i patrioti fuggirono a Ibarra dove vennero sconfitti definitivamente. A tale battaglia vennero anche dedicate delle medaglie d'onore, essa mostrava una porta militare con due cannoni, una corona reale e la bandiera spagnola, con la leggenda "Vencedor del Panecillo en Quito por Fernando 7mo" (Vincitore del Panecillo a Quito per Fernando XII) 

Il fortino del Panecillo venne utilizzato anche durante la seconda battaglia di liberazione nel 1822, durante la Batalla del Pichincha, ma in questo caso come fortino spagnolo. 
Secondo l'atto di Capitolazione del 25 Maggio 1822, gli spagnoli ammainarono la bandiera e consegnarono le armi all'Esercito de la Gran Colombia, in una cerimonia speciale che ha avuto luogo nel fortino coloniale. 
Del fortino e castello spagnolo oggi rimangono solo le tracce dei lavori di tubatura, che tutt'ora rimangono a ricordo e vengono chiamati "olla del Panecillo", "Pentola del Panecillo".

Época Moderna

Il settore del Panecillo è diventato pericoloso durante le ultime decadi del XX secolo, a causa della famosa banda criminale della Mama Lucha, che operava nella zona. 
Nel 1976, come detto, venne realizzato il monumento alla Vergine Maria, diventato immediatamente icona della Capitale. Composta da 7000 differenti pezzi di alluminio, la "Madonna del Panecillo" è una copia della Vergine de Legarda, alta 30 centimetri, realizzata nel XVIII secolo, adesso posta nell'altare maggiore della chiesa di San Francisco. La scultura rappresenta la Vergine come descritta nell'Apocalisse: donna con ali, una catena che cattura un serpente, tenuto sotto i piedi. 

La scultura riposa su di un edificio di 4 piani, costruito in cemento rivestito di pietra vulcanica, al cui interno si trova un piccolo museo nel quale viene raccontata la storia del Panecillo e della scultura. Inoltre dal museo è possibile passare ad un belvedere ubicato ai piedi della Vergine da cui si ottiene una splendida vista di 180 gradi della città di Quito.


Alla base di cemento dell'edificio si trova la placca chiamata "La Mujer de la Apocalipsis (Cap 12)" scritta dal Padre Jesús Rigoberto Correa Vázquez la quale dice:

"¿Quién es esta mujer, de sol vestida, reina, de doce estrellas coronada, portentosa señal, airosa, alada, que al firmamento se remonta erguida? ¿Quién es esta mujer engrandecida, que a sus plantas la luna ve postrada, mantiene a la serpiente encadenada y entre todas es la única escogida? Es María, la Virgen, la esperanza mostrada, en el edén, a cielo y tierra, en quien Dios se encarnó y entró en la historia. Es la Madre de Dios, flor de la alianza, la mujer fuerte que al infierno aterra, la esclava del Señor, la asunta a gloria."

"Chi è questa donna, vestita di sole, regina, coronata da dodici stelle, portentosa segnale, combattiva, venerata, che il firmamento intero vi si inginocchia? Chi è questa donna immensa, che la luna si inginocchia ai suoi piedi, mantiene incatenata la serpente ed è la eletta tra tante? E' Maria, la Vergine, la speranza fatta carne, nell'eden, nel cielo e la terra, che Dio si è incarnato ed è entrato nella storia. E' la madre di Dio, fiore della alleanza, la donna forte che terrorizza l'inferno, la schiava del signore, la scelta dalla gloria".

Parque el Arbolito



Il Parco è delimitato dalla 12 di Ottobre, la 6 di Dicembre e Tarqui, si trova al lato della Casa della Cultura Ecuatoriana. Molti considerano questo piccolo spazio verde parte del vicino parco El Ejido, anche se è un parco costruito parecchio tempo dopo.

Nei terreni dell'attuale El Arbolito si trovavo fino a metà XX secolo l'unico stadio di calcio della capitale ecuadoriana. Al costruirsi lo Stadio Olimpico Atahualpa a Iñaquito, il parco venne ceduto al municipio che vi fece l'attuale spazio ricreativo. 

 
Una delle maggiori funzioni di questo piccolo parco è quello di essere un forte punto di incontro delle comunità indigene ecuatoriane specie negli anni precedenti durante le marce verso il Palazzo presidenziale di Carondelet. Durante le feste celebrate per la Fondazione di Quito ogni 5 di Dicembre, il luogo di trasforma in un grande "patio de Comidas típicas del Ecuador".

Altra attrazione del parco è l'opera di Hiroshi Watanabe, che nel 2002 ha costruito due grandi griglie circolari, l'una dentro l'altra, dove i bambini si arrampicano o dove vi si espongono le bandiere durante le lotte e le celebrazioni.



Parque la Circasiana

Parco

Situato all'angolo della 10 de Agosto e Colón, questo storico parco forma parte del Palacio de la Circasiana, (Pallazzo Circasiana). Tale storico edificio venne costruito da Manuel Jijón y Larrea alla fine del XIX secolo, fu la prima opera civile neorinascentista di proporzioni monumentali, eretta a Quito. Al lato dell'edificio principale, Jijòn edificò due altri edifici: una libreria dotata di circa 40.000 titoli ed un edificio museo, che sono tutt'ora attivi con le loro funzioni storiche.

Nella decada del 1930, si poteva ammirare la struttura in tutto il suo splendore. L'intera casa era circondata da giardini a disegno, un imponente muro esterno ed una altrettanto imponente porta di entrata ai giardini fatta ad arco, chiamata Puerta de la Circasiana, che ritroviamo oggi come attrattivo nel Parco del Ejido.

Oggi la proprietà è amministrata dal Fondo de Salvamento (Fonsal), che ha convertito la residenza in uno splendido parco adornato da figure mitologiche di unicorni.

Palacio de la Circasiana

Mi sembra importante aggiungere una descrizione più dettagliata del Palazzo della Circasiana, la sua storia e la sua particolarità meritano qualche riga in più.

Nell'attualità il palazzo appartenuto per generazioni alla famiglia dei Conti di Casata Jijòn, è occupata dall' Istituto del Patrimonio Culturale e Archivio Storico della Città di Quito.

La costruzione venne iniziata, come detto, da Don Manuel Jijón Larrea padre dello storiografo, archeologo e politico Don Jacinto Jijón e Caamaño. Il terreno sul quale venne costruita furono acquisiti dai Jijòn dalla comunità indigena di Santa Clara de San Millán nella decade del 1890. Molti dati segnalano la data dell'inizio dei lavori il 1893, pur non avendo mai dichiarata una data ufficiale.

Una volta finito il palazzo venne ribattezzato "La Circasiana" in onore della madre di Jacinto Jijón, che suggerì il nome facendo allusione alla regione della Circasia, in Russia trans-caucasica, da dove si diceva venissero le donne più belle del mondo, così bella come la madre e così bella come il palazzo stesso.

I dati storici dell'edificio riferiscono che i lavori di rimodernamento sono stati iniziati nel 1920 da Francisco Schmidt, architetto tedesco che diresse anche la costruzione del Teatro Nacional Sucre, nel centro storico. Questa seconda tappa costruttiva durò 21 anni. Gli ampliamenti ed i rinnovi aggiunsero due saloni allo spettacolo della grande dimora; quello degli Scudi e quello degli Artigiani, oltre alla seconda pianta del palazzo.

Le donazioni dei conti Jijòn alla citta iniziarono con la monumentale porta di pietra intagliata che faceva da entrata ai giardini del palazzo, conosciuta come Porta la Circasiana. 

Intorno al 1998, la famiglia Jijón decise di donare l'intero immobile al Municipio di Quito; in parte a causa della grande quantità di denaro che rappresentava il suo mantenimento ed in parte perchè da alcuni anni i membri della famiglia non vi risiedevano più, essendo diventato un settore molto trafficato e popolare. 

Finalmente, il municipio donò in comodato d'uso all' Instituto de Patrimonio Cultural (IPC), lo stesso che si incaricherà della sua profonda recuperazione per occuparlo con i propri uffici, esposizioni e biblioteche. 

Il recinto, che conta con una superficie approssimativa di 3.000 metri quadrati, risponde al modello topologico delle ville europee, specie di quelle costruite nella campagna italiana durante il rinascimento. 

La stessa struttura de La Circasiana alberga una ricchezza artistica e patrimoniale invalutabili per il paese. In ogni abitazione ad esempio, i tetti in legno di latón francese ripulito o gesso finemente tagliato e pitturato. Le spettacolari scale di marmo, gli affreschi dipinti alle pareti da Joaquín Pinto e Juan Manosalvas e le tradizionali finestre di stile repubblicano. 

Una casa annessa, datata 1940 venne costruita per accogliere la biblioteca e lo studio privato di Jacinto Jijón y Caamaño, attualmente alberga i documenti dell' Archivo de la Ciudad de Quito. .

I giardini esterni sono adornati da fiori, fontane, figure in marmo denominate le 4 stagioni, oltre ai leoni intagliati in pietra ed ai cavalli realizzati dall'artista ecuadoriano Gonzalo Crow in epoca moderna. Le sculture in marmo sono poste all'entrata occidentale e servivano da benvenuto ai visitanti dell'area sociale del palazzo.

Nonostante il forte valore de La Circasiana l'edificio soffre si un grave deterioramento effetto del tempo e di un progetto di restauro mai finito, che dal 2001 ha lasciato a metà i lavori si risollevamento dei pavimenti, riposizionamento dei soffitti, riapporto murale ed altro. Fortunatamente dal 2008 il Fondo de Salvamento del municipio de Quito (FONSAL) si è fatto carico della opera, nonostante il ritardo su lavori che avrebbero dovuto finire nel 2009, la ristrutturazione prosegue il suo cammino.

Lamentevolmente il palazzo è stato convertito in sede di uffici, per cui molti dei saloni sono stati divisi ed arredati con officine modulari, perdendo gran parte del loro fascino. 


venerdì 4 maggio 2012

Parque Itchimbia

Questo parco si trova sulla cima ed i fianchi della montagna Itchimbia, al limite orientale del Centro Storico di Quito, circondato dal fiume Machangara e dai quartieri El Dorado, La Tola e San Blas. Il parco è situato ad una altura di 2900 m ed è considerato uno dei migliori belvedere naturali grazie alla sua ampia visibilità, che lascia la possibilità di ammirare la città in tutti e quattro i suoi punti cardinali. 

Al suo interno è anche possibile visitare il Centro Cultural Itchimbia, popolarmente chiamato Palazzo di cristallo, una enorme costruzione di ferro e cristallo che nel periodo repubblicano, fine XIX e inizio XX, servì per albergare un popolare mercato del centro storico. Il disegno originale dell'opera architettonica appartiene all'ingegnere francese Gustave Eiffel e si trovava originariamente nella zona della Marìn, in pieno centro storico. Venne smontata e rimontata da ingegneri specializzati e trasportata sulla cima del parco Itchimbia per ospitare mostre e mercati di ogni genere durante il periodo annuale. 
Altri spazi ricreativi del parco sono la ciclovia, una rotta pedonale, parcheggio per 150 veicoli.

Ogni anno nel mese di Luglio e Agosto vi si celebra il Festival de Cometas (Festival degli Aquiloni), nel quale è possibile ammirare centinaia di questi antichi giochi cinesi volare nel cielo grazie alle ampie folate di vento che giungono sulla cima del parco. Il parco ospita anche il festival di musica all'aperto più grande del sud america, denominato Quito Fest, effettuato nel mese di settembre di ogni anno.

Parque Lineal Río Grande

Questo parco è conosciuto soprattutto per le passeggiate in bicicletta organizzate ogni domenica, che partono da questo tranquillo punto verde al sud di Quito per avviarsi verso nord, verso la Carolina e la Naciones Unidas. Esattamente si trova al fianco della Avenida Cardenal de la Torre, nel settore Solanda. Ha una estensione approssimativa di 20 ettari e offre diverse attività ricreative, tra le quali: 
  • Ciclovia
  • passeggiate guidate
  • aree sportive
  • sculture
  • laguna naturale
  • zona sanitaria

giovedì 3 maggio 2012

Parque la Alameda



Il Parque Alameda, è ubicato nel centro della città, nella zona del centro storico, circondato sui tre lati dalla Av. Gran Colombia, la Luis Sodiro e la Guayaquil. Al duo interno vi si può ammirare la laguna naturale che introduce il visitatore alla parte monumentale del parco.
La Alameda è il parco più antico di Quito. Il settore dove è tutt'oggi ubicato era conosciuto dai nativi come Chuquihuada (punta di lancia). Venne creato nella zona coloniale, per la necessità di uno spazio di divertimento per i Quiteñi, che fosse il più simile possibile ai parchi europei. I lavori iniziarono immediatamente dopo la firma del decreto di Francisco de Sotomayor, l'8 Marzo 1596.

Storia

Tra il 1785 ed il 1790 vennero creati alcuni dei cammini interiori che circondano la piccola laguna naturale e conservati ancora ad oggi; si installarono i primi monumenti per abbellire il posto e si chiusero i perimetri con un muro decorativo basso. 
Dall'inizio della vita repubblicana della nazione fino al 1873, quando sono iniziati i lavori per la costruzione dell'Osservatorio Astronomico, il parco fu utilizzato dai pastori per far pascolare le pecore. 
Nel 1887 si è inaugurato, all'estremità nord del parco un edificio in stile alpino, costruito completamente in legno, che ha ospitato il primo Giardino Botanico di Quito, diretto dal sacerdote e investigatore gesuita Luis Sodiro. Anni dopo quello stesso edificio verrà utilizzato per ospitare la prima Scuola di Belle Arti di Quito, fino all'incendio che a fine XIX sec. distrusse l'intera struttura. 
Nei dintorni del parco, nel 1546, sono state affrontate le truppe del conquistatore spagnolo Gonzalo Pizarro contro il viceré del Perù, Blasco Nuñez de Vela durante la Battaglia di Iñaquito. Vi riposarono, il 25 Maggio 1822, le truppe patriottiche di cavalleria che lottarono nella Battaglia del Pichincha, lotta che consacrò la libertà di Quito e dintorni. 
Nella notte del 27 Marzo 1906, il presidente Eloy Alfaro assistì, nell'Alameda, ad un atto politico organizzato dal gruppo di liberatori conosciuti come La Fonda, per sostenere il rispetto dei boschi nativi e appoggiare la crescita della scienza.

Vegetazione

Il parco è testimone delle acclimatazioni delle diverse specie straniere introdotte inizialmente nel paese. L'albero più vecchio dell'Alameda è un cipresso macrocarpa di circa 120 età. 

Osservatorio Astronomico di Quito

Si tratta di un edificio di quattro diversi corpi circolari e tre torri che si trova al centro del parco. Costruito nel 1873 e 1875 per ordine del presidente Gabriel Garcia Moreno. L'osservatorio possedeva un telescopio ecuadoriale di origine tedesco, istallato nella torre principale che fu uno dei tre più avanzati del mondo insieme a quelli di Roma e Parigi. Il sismografo sistemato nel sottosuolo lavora perfettamente dal 1920, quando venne istallato sul posto. Gli strumenti astronomici che si trovano nell'osservatorio sono parte della mostra storica aperta al pubblico. 

Churo de La Alameda

Costruito agli inizi del secolo XX da Enrique Fusseau con la terra dei lavori sulla strade Luis Sodiro e rifiuti vegetali del parco. Si trova nel luogo dove si presume ci sia stato un posto di osservazione militare quitu, (popolazione originaria della zona, abitavano sul luogo sin dal 500 dc.) dal quale avevano ottima visibilità della valle di Iñaquito. La formazione a spirale costituisce un prezioso ed unico attrattivo della città.

Monumenti

Al suo interno si trovano vari monumenti di diverse epoche, che vi si trovano a ricordo storico dell'importanza di tale parco nella storia cittadina 

Monumento a Simón Bolívar

Nel 1929 si realizzò a Parigi un concorso per determinare il migliore progetto per la realizzazione di un monumento a Simon Bolivar, che si sarebbe trovato nella città di Quito. Al concorso si sono iscritti 154 opere di 20 diversi paesi. A vincere furono un gruppo francese formato dagli scultori Jacques Zwobada e René Letourneur e dagli architetti Félix Bruneau, René Marouzeau e Luis Emilio Galey. Il monumento venne inaugurato il 24 Luglio 1935 dal presidente Jose Maria Velasco Ibarra. 


Monumento alle missioni dell'Accademia delle Scienze di Francia

Questo monumento fu eretto tra il 1911 ed il 1913. Commemora le due missioni di scientifici francesi che arrivarono in Ecuador durante l'epoca coloniale per misurare il diametro della terra. Una piramide coronata da un condor a cui lati si trovano le 4 muse della scienza fu lavorata in pietra e bronzo, e posta in una piccola piazza di fronte all'Osservatorio Astronomico. 

Monumento simbolico alla amicizia ecuadoriana-spagnola

Fu eretto il 17 Maggio 1923 a ricordo del tenente ecuadoriano Francisco Suárez Ventimilla, morto combattendo per l'esercito spagnolo durante la guerra di indipendenza nel nord Africa, nella battaglia di Bení-Aros, Marocco, il 19 Giugno 1922. Il lavoro in pietra e bronzo fu realizzato dall'artista ecuadoriano Nicolás Delgado. L'opera venne donata dalla colonia spagnola residente a Quito. 

Monumento a Dante Alighieri

Inaugurato il 4 Novembre 1922. L'opera fu un ossequio della colonia italiana residente a Quito per commemorare i 600 anni dalla morte di Dante Alighieri, e per rendere omaggio alla città del politico e scrittore fiorentino. Il busto di bronzo fu realizzato dall'artista italiano Luigi Casadio.

Colonna dei castighi

Venne eretta nel 1785 dal presidente della Real Audiencia de Quito, Juan Jose Villalengua y Marfil, per punire gli evasori della legge, frustandoli mentre erano legati alla colonna in stile salomónico.

Parque el Ejido

Il parco è delimitato della Av. Patria, dalla 6 de Diciembre, dalla Tarqui e dalla strada Guayaquil. El Ejido marca la divisione tra la Quito antica e quella moderna. Al suo interno vi si possono trovare circa 1470 specie di piante native come il Cholán, l'Aliso, il Chamburo, le Palme ed i Guabos.


In questo parco ci si riunisce ogni fine settimana per giocare pallavolo, comprare quadri, visitare il mercato indigeno all'aperto. Tali opere ed esposizioni si trovano di fronte alla imponente Puerta de la Circasiana, un arco di pietra di 8 metri di altezza, con sculture in stile rinascimentale, che in tempi antichi era la porta di entrata al palazzo che porta lo stesso nome. La Puerta de la Circasiana, viene anche denominata "La despedida de los centauros", Il saluto dei centauri, venne donata dalla famiglia Chillo Jijòn alla città. 
Questa enorme porta, che da molti viene denominata e accomunata con un arco di trionfo, è stata spostata originariamente nella separazione del Parque Elejido e del Parque la Circasiana e spostata nuovamente nel 2004 per permettere l'ampliamento della strada antistante al Ejido. Lo spostamento è durato quasi 7 mesi di lavoro e di attenta ricostruzione. 

Le persone si riuniscono anche per giocare ad uno dei giochi popolari ecuadoriani, chiamato il gioco "de los cocos", il cui obiettivo consiste nel togliere delle grandi palle di metallo dall'interno del circolo tracciato a terra ed eliminare in tale modo gli avversari.


mercoledì 2 maggio 2012

Parque Metropolitano


Il nome ufficiale di questo polmone verde Quitegno è Parque Metropolitano Guanguiltagua; ma tutti lo conoscono solo come Parco Metropolitano. Il nome deriva dall'originale Quichua della collina del Batan, dove inizia il parco, all'altezza di 2890 metri sul livello del mare, con una temperatura media di 11° C. Per l'esattezza il parco è delimitato dalle strade Guanguiltagua, Arroyo Delgado e Analuisa. Con una estensione di 557 ettari è il principale polmone verde naturale della capitale ecuadoriana. 

Completamente naturale, sono pochi gli interventi dell'uomo all'interno del parco, dove i visitatori possono ammirare le gigantesche opere d'arte poste nelle aree collinari, respirare aria pure e divertirsi con le attrazioni naturali. 

Nella vallata o "quebrada" di Ashintaco, ubicata nel settore nord-orientale del parco, si possono osservare più di dieci specie di colibrì e settanta specie di uccelli che nidificano sul posto, alcune delle quali sono in pericolo di estinzione. 

Le avventure che offre questo parco sono una camminata attraverso i sentieri naturali, una strada di pietra per gli amanti del ciclismo di montagna, una zona molto ben curata dove possibile riunirsi con la famiglia e gli amici per un pic nic o una "parrillada". Altre possibilità e servizi sono: 
  1. Guardia privata, 
  2. visite guidate, 
  3. servizi sanitari, 
  4. aree infantili, 
  5. zone da campeggio, 
  6. campi sportivi da calcio, pallavolo e basket.